La revisione contabile
Evoluzione storica della professione
L’attività di revisione
Il revisore contabile
Responsabilità del revisore
Principi di revisione
Schema dei nuovi principi di revisione
Riferimenti normativi

 

Evoluzione storica della professione


Le origini del controllo dei conti risalgono al 1400, quando in Gran Bretagna appaiono per la prima volta dei soggetti con funzione di dissuadere i membri delle corporazioni dal compiere irregolarità nella gestione. Sempre in questo paese, quattro secoli più tardi, nasce la moderna professione della revisione contabile (auditing) come attualmente considerata ovvero come risposta all’esigenza pubblica di verificare l’esattezza e l’attendibilità delle risultanze contabili a beneficio dei soci e dei terzi.

Verso la fine dell’ottocento l’auditing approda negli Stati Uniti e negli anni successivi alla crisi del 1929 diventa sempre più importante. Nel secondo dopoguerra, come conseguenza degli investimenti di capitali americani e del successivo costituirsi di società multinazionali, l’istituto della revisione si estende progressivamente all’Europa continentale.

In Italia la professione della revisione contabile conosce una prima fase di sviluppo, su base esclusivamente volontaria, soltanto verso la fine degli anni sessanta, in seguito al desiderio delle società di revisione straniere di avere in Italia la possibilità di verificare adeguatamente i conti delle controllate delle multinazionali e di procedere in modo informato all’acquisizione di società nel nostro Paese.

Negli anni settanta la maturazione dell’ambiente economico (a partire dalla L. 216/74) e la necessità delle imprese nazionali di godere di credibilità sui mercati mobiliari internazionali portano le aziende a superare la consuetudine di non mostrare all’esterno i propri risultati economici e finanziari ed a richiedere la loro certificazione. Nasce qui il vero sviluppo della professione di revisore.

Le società di revisione operanti sul territorio nazionale nascono inizialmente come filiali collegate a organismi esteri e si avvalgono dei loro servizi centralizzati. A partire dalla seconda metà degli anni settanta lo sviluppo di un’attività di revisione contabile orientata verso le imprese locali porta a ridisegnare le funzioni e l’organigramma delle società di revisione che, pur mantenendo una matrice estera, devono essere considerate a pieno titolo come società italiane, avendo soci italiani ed usufruendo quasi esclusivamente dei servizi professionali di revisori italiani.

Tuttavia le società di revisione operanti in Italia, sia nazionali che estere, sono consapevoli dei vantaggi derivanti dal rimanere aggregate ai circuiti internazionali soprattutto per l’utilizzo di marchi e metodologie internazionali nello svolgimento delle attività di revisione, sempre più collegata ad un completo portafoglio di servizi per l’impresa.

Nel tempo, con la crescita in Italia della domanda di revisione contabile, alle grandi società di revisione internazionali si aggiungono società più piccole, generalmente sempre legate a network internazionali. La revisione rimane comunque appannaggio di un numero limitato di strutture specializzate.

A partire dal 1977, i Consigli Nazionali dei Dottori Commercialisti e dei Ragionieri sviluppano i Principi di Revisione, con l’obiettivo di fornire un riferimento tecnico ai revisori contabili. Dal 1999 questi principi sono recepiti dalla Consob, la commissione di controllo sulla Borsa. Parallelamente, a livello europeo, l’"International Auditing and Assurance Standards Board" in seno all’IFAC (International Federation of Accountants), avvia lo sviluppo degli International Standards on Auditing (ISA) per fornire un riferimento a tecniche di revisione standardizzate ed omogenee in ambito internazionale.

Nel 2002 tali principi internazionali vengono parzialmente recepiti nei nuovi Principi di Revisione italiani. La loro predisposizione viene curata, in collaborazione con la Consob, da una Commissione Paritetica del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e del Consiglio Nazionale dei Ragionieri. Oggi tali principi costituiscono l’insieme di regole tecniche e deontologiche in base alle quali il revisore esercita il proprio giudizio professionale. I nuovi principi enfatizzano, ancor più che in passato, la valutazione preliminare e la corretta gestione del rischio di revisione, la necessità di una completa conoscenza dell’azienda, della sua attività e dell’ambiente economico di riferimento.